Buoni pasto: l'extra salariale più apprezzato dai dipendenti
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Direttore: Alessandro Plateroti

Buoni pasto: vantaggi e regolamentazioni per lavoratori e aziende

cubetti con scritta welfare

I buoni pasto costituiscono un vantaggio sia per i lavoratori sia per i datori di lavoro.

I buoni pasto rappresentano uno degli aspetti più apprezzati della retribuzione aggiuntiva offerta ai lavoratori dipendenti. Questi voucher possono essere sia in formato cartaceo sia elettronico e permettono a chi li possiede di consumare pasti o acquistare prodotti pronti per il consumo in esercizi convenzionati, trasformandosi così in un vero e proprio “plus” per la pausa pranzo di molti lavoratori.

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Cosa sono rappresentano

Questi documenti vengono distribuiti nell’ambito delle politiche di welfare aziendale e godono di un regime fiscale particolarmente vantaggioso. La legge stabilisce infatti che siano completamente deducibili per i datori di lavoro e esentati da tassazione per i dipendenti fino a un determinato importo: €4 per quelli cartacei e €8 per quelli elettronici. Se il valore dei buoni pasto supera tale soglia, la parte eccedente viene invece tassata come reddito.

La flessibilità dei buoni pasto

Nonostante la loro diffusione e apprezzamento, i buoni pasto non sono considerati come parte integrante del salario “normale”, ma piuttosto come un beneficio di carattere assistenziale legato al rapporto di lavoro. Da qui deriva la flessibilità con cui possono essere gestiti dai datori di lavoro. Non vi è infatti alcun obbligo di erogazione stabilito per legge o da accordi sindacali, tranne che in casi specifici dove il contratto collettivo applicabile o gli accordi individuali interposti prevedano altrimenti.

Questa caratteristica li rende uno strumento estremamente versatile all’interno delle politiche di welfare aziendale, ma introduce anche una certa incertezza per i lavoratori.

La loro precarietà

I buoni pasto costituiscono un vantaggio non indifferente sia per i lavoratori, che possono beneficiare di pasti scontati o gratuiti, sia per i datori di lavoro, che possono utilizzarli come leva per migliorare il benessere dei propri dipendenti riducendo contestualmente il carico fiscale aziendale. Tuttavia, la loro natura non essenziale li rende vulnerabili a cambiamenti unilateralmente decisi dall’azienda.

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ultimo aggiornamento: 16 Maggio 2024 17:34

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